1940, Charlie Chaplin, il discorso all’umanità

Il progetto richiama il discorso all’umanità del film “Il grande dittatore” del 1940, con Charlie Chaplin. Tema scelto perché stiamo vivendo un periodo duro, che il virus ha accentuato ulteriormente, in cui regnano divisioni e razzismo e in cui la coesione è solo un miraggio. Perché, pur risalendo al 1940, il discorso sembra fatto su misura per noi, per chi, in momenti di difficoltà, ha bisogno di una spinta per ricominciare, per donare e guardare l’altro come un fratello. Uniti, per ripartire, per proseguire. Così dovrebbe essere, nonostante ogni difficoltà. “Let us all unite!”

    Introspection   Social Distress   Racism   Future  

Andrea Senatori

Nato nel 1995 a Firenze, città dove è cresciuto e risiede attualmente. Il suo percorso di studi è stato abbastanza movimentato, dopo un liceo scientifico portato a termine con un po’ di noia si iscrive ad Ingegneria Meccanica a Firenze. Due anni non molto entusiasmanti. Dopo non poche esitazioni e sofferenze decide di cambiare indirizzo, per cercare la propria strada. Si iscrive quindi al Corso di Laurea in Disegno Industriale per continuare ad alimentare la voglia di “creare”. I tre anni volano in un lampo, e rappresentano per lui senza ombra di dubbio il periodo più divertente e interessante di tutti, sia a livello educativo che a livello personale. Dopo la laurea con il massimo dei voti si iscrive alla Magistrale. Spera di continuare su questa strada poiché è sicuro di aver trovato la propria passione ed ha voglia di iniziare a lavorare, pur sapendo che nel mondo del design non si smette mai del tutto di studiare ed imparare. Nel “personale” è attratto e incuriosito da tantissime cose, ma ci sono alcuni punti fermi: Karate, tecnologia e motori. I tre poli che più lo appassionano e di cui proprio non può fare a meno.
Let Let

Washington, 1963. Una grande Marcia alla ricerca dei propri diritti, della propria libertà. Famosa per la frase "I have a dream" ma altrettanto importante per la presenza di 300.000 persone, donne per la maggior parte. Tutti uniti e coesi, verso un obiettivo comune.

Us Us

Odio, razzismo, discriminazioni. Non è necessario tornare indietro agli anni ’40 per questo. Basta aprire gli occhi oggi. Sono tutte situazioni che dovremmo combattere, con l’aiuto, l’integrazione, la coesione e l’unione. Due mani che non solo si stringono e si afferrano, ma soprattutto si aiutano, senza distinzioni di colore né di provenienza.

 

All All

Berlino, 9 novembre 1989. Dopo anni di divisioni, lotte e tensioni, finalmente il Muro viene abbattuto. Questo evento diventerà, per il mondo intero, il simbolo di un processo di riunificazione, con la possibilità di riabbracciare il proprio fratello, dopo un distanziamento sociale imposto dalla crudeltà dell’uomo.

Unite Unite

Lo slogan della collezione si ripete ancora una volta, quasi come un urlo, per tenere bene a mente lo scopo finale del discorso. Una bandiera, senza segni e senza colori, non ci sono provenienze, non ci sono distinzioni geografiche. “Siamo della razza umana” disse Einstein, ed è proprio così che dovremmo ragionare un po’ più spesso. Uniti per ripartire, uniti per proseguire.