Trasmettere i sentimenti e i pensieri dei migranti tramite la tipografia

Il progetto vuole realizzare una critica sociale a scopo informativo, poichè nella nostra società non si parla abbastanza dei motivi per cui migliaia di persone decidono di intraprendere questo viaggio della speranza rischiando le loro vite. Il lavoro sperimenta l’uso della tipografia con immagini di impatto, caratterizzate principalmente da sguardi ed espressioni di migranti che hanno vissuto in prima persona questo scenario. L’idea è appunto quella di trasmettere, tramite la tipografia, i sentimenti e i pensieri dei migranti che si vedono costretti a fuggire del loro paese di origine a causa di conflitti politici, violazioni dei diritti umani, crisi economiche e cambiamento climatico. Questo lavoro è stato un mezzo per dare voce alla loro dura storia e ai loro diritti trascurati.

    Lock Down   Migration   Social Distress   Racism  

Camila Saulino

Nata a Buenos Aires, Argentina nel 1996. Inizia il percorso di studi frequentando il liceo in Scienze Sociali bilingue italiano-spagnolo. Dopo aver svolto corsi di fotografia e pittura, inizia a frequentare il Corso di Laurea Triennale in Disegno Industriale all’Università degli Studi di Firenze. Durante questo percorso frequenta laboratori di interior design e comunicazione, che le permettono di svolgere uno stage in uno studio di architettura. È interessata in particolare alla progettazione di tipo sociale e umanitaria che lavora con e per le persone che ne hanno più bisogno, in luoghi in cui è possibile fare una differenza reale e duratura per migliorare la qualità di vita delle persone socialmente trascurate.
Flussi migratori Flussi migratori

Il manifesto introduce ai flussi migratori attraverso una citazione provocatoria, facendo dialogare tipografia e immagine. I caratteri sono sfocati e rovinati per trasmettere le sensazioni di dolore e paura che i migranti si trovano spesso a provare, visibili anche nello sguardo del bambino. L’intera immagine possiede un effetto di disturbo che sarà recuperata anche nei poster successivi.

Le origini Le origini

Il poster rappresenta in maniera grafica alcuni dei motivi per cui i migranti si vedono costretti a lasciare il loro paese di origine. Il titolo sembra essere stato bagnato e quindi ha un effetto sfocato e i caratteri sono leggermente deformati. Infine parti del corpo del testo sono cancellate: si tratta di una provocazione poiché spesso la loro dura storia non è raccontata o compresa a sufficienza.

Un numero, una vita Un numero, una vita

Il manifesto costituisce un'analisi statistica dei flussi migratori nel Mediterraneo negli ultimi sei anni. I numeri degli arrivi in Europa e i morti e scomparsi in mare si sovrappongono alla fotografia. Nei giornali vediamo spesso tanti numeri, ma non dobbiamo dimenticare che dietro ogni numero c’è una vita. L’immagine è sfocata e disturbata proprio perché spesso in questa situazione si perde il concetto di persona.

Abuso Abuso

L’ultimo poster ha lo scopo di invitare alla riflessione attraverso la testimonianza di Bakary, un ragazzo guineano di 16 anni. Il lavoro vuole dare voce alle terribili condizioni che alcuni dei migranti vivono in Libia. La parola “abuse” vuole esprimere questo concetto in tutte le sue declinazioni come abuso di potere, maltrattamento, abuso sessuale, uso illecito ed eccesso.